Ieri abbiamo finalmente affrontato metà della strada per cui mi sto allenando e che ci porta sulla costa. Questo ha voluto dire prima una discesa divertente, un giretto per il paese che si chiama La Camella e poi la risalita: 4,5 km, 6,6% di pendenza. Strada per lo più sconosciuta perchè non percorsa dal bus.
Questo è ciò che ho pensato durante il percorso.
1. Che bello, finalmente andiamo in bici in un posto dove posso vedere le vetrine…Uh..cosa vedo? ABSOLUT PATCHWORK, un negozietto tutte stoffe colorate e impiccetti di cucito…uuuuhhhh
2. Beh, non indugiamo oltre, risaliamo…E’ stato un giretto simpatico..Mi sento in formissima!! La strada che dobbiamo percorrere inizia la sua nuova denominazione proprio dalla rotonda da cui azzeriamo il nostro contakm, mi basterà guardare i cartelli col kilometraggio per capire quanto - bene - starò andando!! Trooooooppo facile!
3. azz.. Come salitina iniziale niente male, eh…Poi ‘sti regazzini iperagitati che giocano in questo parchetto… ci guardano con la bava alla bocca…scuotono la rete…non ci stanno incitando come al Giro d’Italia, quelli se non ci fosse la rete ci azzannerebbero il polpaccio!!!! ma quando arriva il cartello del Km 1??
4. Non ci pensare, guardati intorno, un ristorante, un bel rottweiler sulla terrazza..sì sì ok.. pant pant..., bello il cane... pant pant...
5. Daniele “guarda già dove stiamo! Te la ricordi quella deviazione?”
Io (penso) “temo di non ricordarmi neanche più come mi chiamo…”
6.
Al diavolo i km, il numero di soste e tutti i miei cacchio di calcoli. Mi
scoppiano i quadricipiti!! Silvia, non alzare gli occhi…resisti, lo sai, MAI
guardare troppo avanti… (Daniele docet, la verità è che non si deve guardare
troppo avanti per non abbattersi troppo) ma…ehi! non vale! quella curvona e
quella salitona non ci dovevano essere!!
7.
Basta, non ce la faccio più, mi fermo qui, in questo istante, scendo qui in
mezzo al nulla, dopo la curva, in salita e spingo. Quanto manca? Non mi
interessa, è ancora giorno e io CAMMINO!!
Daniele
“ecco! Sei sconfitta, hai perso!”
Io
(non penso stavolta) “ZITTOOOOO non ti voglio sentire, vai avanti, vai a casa,
vai viaaaaaaaa”
[Ehm…leggera
crisi isterica…colpa del poco ossigeno nel cervello, sorry.
Rimonto
in bici che ripartire in salita con le gambe scariche, è una delizia…]
8.
Oh, ora sono felice: ecco il bivio per “Montana Fria”, da qui la strada mi è
familiare, l’autobus torna su questa strada all’altezza di questo bivio e poi,
mi ricordo!, ci mette un attimo ad arrivare a casa…
9.
Mica sono l’autobus!! Mi fermo, qui guarda, c’è il ristorante che vediamo dal
bus (oddio manca ancora un bel pezzo di strada!) e che ci ispira una bella
cenetta zozza! Ma io ormai non ho neanche più fame…mi sento uno straccio….
10.
Quest’ultimo pezzo lo conosco benissimo. Me lo ricordo molto pendente. Quindi
testa bassa e guarda la ruota davanti. NON AL-ZA-RE-GLI-OC-CHI capito? Canta
una canzoncina, recita una poesia, vai a ritmo con la pedalata, non pensare che
stai morendo dal dolore alle gambe…sì ecco FRA-MAR-TIII-NO-
pedala-CAM-PA-NA-ROOO-pedala-DIN-DON-DAAAN-pedala-DIN-DON-DAAAN-pedala…
11.
Qui la strada è brutta, uno stretto doppio senso, meglio scendere.
Daniele:
“stai barandooooooo”
Io
(penso): “ti odiooooooo”
Risalgo
in bici e, disperata faccio l’ultima salitina in piedi. Non so con quale forza.
Arrivata, finalmente in piano, chiudo gli occhi e…per poco non vado a sbattere
ad un muretto…
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