martedì 8 novembre 2011

E basta co' 'sto ENTRENAMIENTO!!

Dunque, ogni tanto si dice che se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto. 
Fatti i dovuti paragoni (chi è Maometto, cosa è montagna), domenica abbiamo deciso di dare una svolta epocale al discorso entrenamiento in mountain bike. 
Ben sapendo chi è che NON deve allenarsi, sapete pure chi, stanca di essere vittima pavloviana dell'associazione bicicletta-salita-fatica-noia-sto a casa, ha deciso per questa mini-rivoluzione. Io.

Ora il pensiero dominante è stato: "Chissenefrega di allenarmi, scendiamo a valle in bici e risaliamo col bus". Il sotto-pensiero era: "Tanto pure se mai dovessi farcela a fare quei 10 km in salita, una volta in cima so già che non sarei MAI più disposta a rifarlo".
Quindi.
Ore 10.30 circa discesa a tutta birra Arona, La Camella, Capo Blanco (corredato di avvistamento di pennuto E-NOR-ME, inidentificabile, che faceva sembrare il gheppietto che cercava di scacciarlo via grande come un passerotto) e giù giù fino all'autopista e oltre! Destinazione Palm-Mar.
Il paesotto è diventato recentemente una destinazione turistica e forse per questo non è stato sventrato di cemento come l'orrenda vicina Los Cristianos. O forse non lo è ancora. Comunque, prettamente residenziale. Carino.
Ho pedalato allegramente per il paseo del lungomare beandomi dell'impossibilità di incontrare salite e quindi di fare fatica.
Incontriamo la deviazione per la riserva naturale. Entriamo. Come al solito compio l'errore di pensare che tutto sia comunque già allestito per umani, bici, carrozzelle che, sempre allegramente, vogliano bearsi della naturaleza. Come quando andai a fare rafting e realizzai al momento di fare la prova di acquaticità che non era una gitarella, che mi sarei bagnata, sarei potuta cadere e avevo pagato per pagaiare, per faticare!! Da non crederci!
Comunque, la beata illusione di un sentiero largo e segnato da deliziose pietre laviche è durata un kilometro. 


Dopo il nulla. 
Ci sono stati tratti con sassi più o meno grossi, più o meno sporgenti da oltrepassare zigzagando per evitare di 1) impuntarsi con la ruota anteriore e andare faccia avanti 2) sbattere pedale o annessi vari e quindi romperli 3) rimanerci sopra con la ruota di dietro e sgambettare come una matta per cercare di ritoccare terra e non andare a faccia avanti (questa scena, ripetutasi svariate volte, ahivoi, non è stata ripresa da alcuna telecamera, ma vi assicuro che è stata abbastanza imbarazzante anche per me sola). 
Oppure tratti in cui la bici andava spinta (e i bicipiti ringraziano).
O ancora cuneetta da oltrepassare in discesa veloceveloce. Nella foto che segue, tengo a sottolineare che quello che vi sembra un sorriso era in realtà una smorfia di puro terrore. La discesetta era lunga in realtà 50 cm, ma il cervello a volte fa brutti scherzi. 
Tutto sommato però, devo ammettere che andare sullo sterrato è divertente, mooooolto meglio che sull'asfalto, non c'è paragone. Fino a quando tutto è in piano è un passatempo simpatico. 
Peccato che.
Per raggiungere la fermata del bus a Los Cristianos, c'era da aggirare una collinetta. Per me la parola aggirare vuol dire appunto girare attorno, nessun cambio di pendenza. Daniele mi incitava ad affrontarla, sono solo 2-3 km in leggera pendenza. La verità è che quel pezzo di strada lo conoscevamo entrambi e, se io temevo il peggio, lui temeva che io me lo ricordassi. Non avevo comunque molta scelta. Ma quei 2-3 km, dopo 5 ore di bici, sì divertenti, ma che male il sedere, e i quadricipiti, e sono stanca, e voglio fermarmi, sì lo so sono pigra...Beh, in quei 2-3 km ho fatto il mio solito show.
"IO NON VOGLIO FARE LE SALITE. 
MAI. 
LE SALITE NON SONO DIVERTENTI.
TU LE TROVI DIVERTENTI MA TU NON SEI NORMALE.
NON C'E' NULLA DI DIVERTENTE NELLA FATICA.
NULLA.
SAPPILO"

Ma finalmente arriva la discesa.
E allora giù giù giù a tutta birra fino a LOCCRICCHIANO (Si legge come si pronuncia in canariense) che fra poco arriva la guagua (bus). 
Peccato che.
Le bici non ci entrano e l'autista gentilmente ci informa che non entreranno in nessun bagagliaio di nessuna vettura che passerà da qui a lunedì. Perchè nel weekend circolano solo i bus piccoli. 
Bella sòla. 
Rimuginiamo sul da farsi: io cerco invano le forze per affrontare i famigerati 10 km in salita; Daniele rialza un Israeliano che, ubriaco fracico, era caduto in mezzo alla strada e si era sgrugnato mani e ginocchia. Grazie ai miei rudimenti di infettivologia so che Daniele non rischia nulla se quello, gesticolando, lo sporca del suo sangue. Io vado al supermercato a cercare l'amuchina e a fare l'abitudine all'idea che, nonostante tutto, sono una cifra germofoba. Torno che quel semiuomo trasudante alcol era svanito confessando a Daniele che tutto quello che gli stava succedendo era colpa di una maledizione perchè aveva ucciso dei bambini in Venezuela.
A Los Cristianos non ci si annoia mai...
In tutto ciò, l'autista fa in tempo a rifare il giro. Ore 17, decido di sbattere gli occhioni e chiedergli gentilmente se, così smontate (eliminate le ruote e il sellino, poverine sembravano nude) potevamo far salire le bici in vettura.
NO
NO e poi NO

Risultato. 10 km=15 euro di taxi. E un bel po' di rodimiento...





5 commenti:

  1. hahahah
    povera crista!!!!
    però pure te a fidarti di DANIELE!!!!
    pero il bello delle salita è che prima o dopo a dà riscenne!!!!
    baci Alan

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  2. PS: ridendo e scherzando Silvia si è comunque sciroppata 35 km di pedalata!

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  3. bella Alan! fosse stato per me le avrei fatto fare la 24 ore pure a lei!

    un abbraccio

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  4. ahòòòòòò ma che state a scherza'? Mi' fija tutta 'sta faticata? Povero Amore della mamma suaaaaaa!!! aspe' core de mamma, che bacio il suolo spagnolo e ce penso io a te!!! ^_^
    (meno male che avete solo 2 bici! già me la vedevo nera!!)

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  5. a ma', io posso sempre restà a casa a preparà la cena mentre voi andate in giro in bici!!

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